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Il 27 dicembre 2020 è uscito un articolo sul Wall Street Journal, scritto da Meghan Cox Gurdon, dal titolo: “Even Homer gets mobbed" ovvero “Anche Omero viene assalito". L’articolo in questione riporta varie dichiarazioni su Twitter, con l'ashtag #DisruptTexts, da parte di insegnanti statunitensi che additano i grandi classici, le opere di Shakespeare, Hawthorne, Fitzgerald, Omero ed altri, come opere “in cui il razzismo, il sessismo, l’antisemitismo e altre forme di odio sono la norma”.

Questa idea è talmente radicata in alcuni insegnanti statunitensi che una scuola del Massachusetts è arrivata a bandire l’Odissea dai programmi di studio. "Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno abbiamo rimosso l’Odissea dal curriculum!” ha dichiarato Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School.

L’iniziativa ha ovviamente suscitato varie polemiche. Megan Cox Gurdon, autrice dell'articolo citato in apertura, così ha  commentato: “Le sottili complessità della letteratura vengono ridotte al rozzo clangore di lotte di potere intersezionali”.

Personalmente, mi sembra una grande sciocchezza considerare razziste opere scritte secoli e secoli fa; bandire l’Odissea è anche un grave episodio di censura. Penso che questa sia l’ennesima follia fatta a sostegno del politicamente corretto. Gli Stati Uniti sono molto conosciuti per la loro esasperazione del politicamente fino all'assurdo e al ridicolo. E mentre nei bar si fanno battute su argomenti scottanti, nelle scuole vengono censurati autori fondamentali per l’alfabetizzazione dei bambini e testi fondanti della  cultura occidentale.

ROSA BELMONTE, classe II B BIO

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