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finestra

Aprii la finestra, che cigolò rumorosamente. Una brezza leggera e frizzante si infiltrò tra i capelli e nelle narici. Aveva quell’odore tipico di salsedine, che mi aiutò a risvegliarmi e a schiarire le idee del primo mattino. Mi affacciai, socchiudendo gli occhi brucianti per il sole e per il sonno.

La prima cosa che mi colpì fu il cielo, limpido, di un colore azzurro acceso, quasi tendente al violetto, che mi trasmise una sensazione di purezza. Una scia soffice di nuvole si mischiava perfettamente a quella lasciata da un aeroplano, mentre un gabbiano volava in cielo, stranamente silenzioso. Forse si era appena svegliato anche lui. Il turchese del cielo si fondeva perfettamente con quello del mare calmo, appena increspato. Più si avvicinava alla riva, più l’azzurro del mare sfumava in un colore sempre più chiaro, donando una certa soddisfazione agli occhi. Sul bagnasciuga le onde si alzavano piano, formando una spuma bianca e leggera, che si infrangeva ritmicamente sui sassi scuriti e lucidati dall’acqua, facendomi pensare ad una melodia lontana, accompagnata dallo scrosciare delle onde. La spiaggia era quasi vuota: un pescatore, solitario, sonnecchiava placidamente sotto il sole ancora tiepido. Da lì non riuscii a distinguere il filo trasparente che, teso, calava nell’acqua. Abbassai lo sguardo: la sabbia lontana formava basse dune, e, essendo più fine, aveva un colore grigiastro molto diverso da quello dei sassi vicino alla riva. Inspirai profondamente e ritornai a guardare l’orizzonte. Una barchetta a vela, lontana, sembrava solcare il limite tra cielo e mare, facendomi distinguere meglio le diverse tonalità di colore. Le grida gioiose di un bambino risuonavano nelle mie orecchie. Sorrisi. Aveva interrotto la calma quasi eterea che si era creata, ma era riuscito a farmi sentire ancora più serena e felice di quanto già non mi sentissi. I genitori raggiunsero il bambino, carichi di borse multicolori. Il pescatore si svegliò e cominciò a raccogliere la lenza. Cacciai la testa dalla finestra, mentre la brezza profumata mi smosse i capelli, facendoli attaccare sulle labbra. Da lontano, la finestra aperta, sembra quasi un quadro dalla cornice di legno rovinata dall’umidità. Un senso di nostalgia mi fece comprendere che per molto tempo non mi sarei più svegliata nella casetta affacciata sul mare.

 

                                                       Anna Laura Manna,  II B 

Componimento inviato dalla prof.ssa Antonella Ventura