Stampa

Il mio ricordo di Gaetano Aversa, uomo e docente incline a tradurre il sapere in esperienza vissuta

 aversa

Vi sono persone che incontri e dal quel giorno fanno parte della tua vita, lasciando lungo il cammino traccia indelebile di sé per gesti, azioni, opere, idee e massime espresse con la volontà di condivisione e con l’umiltà di chi non si propone come pensatore o maestro, semmai come uomo fra gli uomini.

È il caso di Gaetano Aversa, Docente Emerito del nostro Liceo, sempre incline a proporsi in modo naturale e spontaneo senza sovrastrutture o formalità. 

Fiero e autorevole, indomito e a tratti irruente, egli ha lasciato cogliere la sua profondità e la sua esperienza tradotta in saggezza pratica a tutti quelli che avessero veramente desiderio e curiosità di conoscerlo. Immediato e genuino, Gaetano ha svolto il suo lavoro di docente, non separandolo dai suoi tratti umani, che l’hanno arricchito di una vis e di una originalità tutte sue. 

Il suo patrimonio culturale, mai ostentato, semmai proposto con giovialità e levità, lasciava trasparire un’interiorizzazione di quel sapere umanistico e storico-filosofico risalente agli antichi Greci. La sua cifra umana e professionale stava proprio nella sua capacità di sapere trasfondere questo sapere universale, racchiuso in una civiltà classica senza tempo, nella dimensione pratica e quotidiana. Egli aveva raccolto con grande rispetto e umiltà “l’eredità” del corso F, orbato dalla perdita insostituibile del Professore Giovanni Adamo, e, consapevole del delicato incarico, con la sua spiccata personalità era riuscito a proporre la sua figura nel ricordo e nella considerazione del suo predecessore, che riteneva espressione di cultura a trecentosessanta gradi.

Gaetano era proprio così: persona che rispettava gli altri, garantendosi rispetto e riserbo per sé stesso, e sapeva riconoscere i meriti e le competenze altrui. 

Egli stesso ammetteva di affrontare torti o di difendere diritti e doveri propri e altrui con quella veemenza, che, poi, si dileguava ben presto, per lasciare posto all’affabilità e alla conversazione amichevole. E lo confessava con la sua inconfondibile arguzia e sottile ironia, che trapelavano dal suo sorriso e dai suoi occhi cerulei, i quali erano rivelatori dello spirito di chi sa come sono gli uomini e come vanno le cose del mondo.

Gaetano era dispensatore di atmosfere giocose e per questo solo lo sguardo attento di chi va oltre sapeva cogliere e rispettare in lui quella vena nascosta di malinconia, tipica di colui che medita sul senso e sul passaggio della vita.

Gaetano si è proposto nei miei riguardi come collega e presenza amicale, consentendomi di accumulare nello scrigno dei ricordi immagini, conversazioni, messaggi, che saranno per me il suo esserci per sempre. Non dimenticherò mai l’assoluta dedizione nei confronti dell’amato figlio Francesco, gli occhi colmi d’incanto e d’amore per sua madre, di cui mi raccontava tradizioni, ricette, episodi della quotidianità, il suo timbro di voce inimitabile, quando mi augurava sempre bene e mi esortava ad avere cura di me e a riconoscermi ciò che gli altri non sapevano o volevano attribuirmi e che io stesso, secondo lui, non vedevo e mi negavo. Nel mio cuore custodisco memoria e tributo per Professori, che sono diventati storia e tradizione del nostro storico Liceo. Fra questi la Professoressa Luigia De Theo, il Professore Leopoldo Conforti, il Professore Giovanni Adamo, il Professore Giacinto Malfi, solo per citarne alcuni, che ho avuto il privilegio di conoscere. 

Ora si aggiunge anche Gaetano Aversa, il quale insieme a loro continuerà a ricordarci che il sapere e il valore umano e professionale si traducono, per le generazioni future, in “possesso perenne”, come Tucidide scriveva a proposito della storia.

                                                                                                                               Flavio Nimpo

                                                                                                                   docente di Lingue Classiche