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ALLA SCOPERTA DI NICOLA MISASI

Unknown

Noi cosentini abbiamo un patrimonio culturale abbastanza vasto, però molti non lo conoscono e ignorano il fatto che delle persone importanti, a cui sono intitolate strade, scuole ecc. fossero native della nostra città.  

Una di queste persone era Nicola Misasi, uno scrittore che nacque a Cosenza il 4 maggio 1850 e morì a Roma il 23 novembre 1923.

Nicola Misasi è considerato il rappresentante verista della Calabria, anche se le sue opere non possono essere comprese a tutti gli effetti in questa categoria. Nelle sue storie generalmente sono presenti contadini, pastori e briganti calabresi accomunati da un senso arcaico della giustizia e dell'onore.

Egli si formò letteralmente da autodidatta, perché venne espulso dalle scuole pubbliche in seconda ginnasiale e per questo dovette interrompere gli studi.

Il suo esordio avvenne negli anni Settanta con due raccolte di poesie.

Nel 1880 inizia a spostarsi in varie città italiane e nel 1874 sposò Concetta Galati, figlia di un noto avvocato di Monteleone, l'attuale Vibo Valentia.

Negli  anni successivi ebbe molti successi ed entrò in contatto con alcuni dei più importanti scrittori dell'epoca.

In questi anni scrisse le sue opere più note, tra cui i "Racconti calabresi", "in Magna Sila" e "Marito e sacerdote", che privilegiano temi passionali, sensuali e briganteschi d’ambientazione calabrese.

Nel 1884 ottenne la cattedra come docente di letteratura italiana in un liceo di Monteleone. Due anni dopo la moglie morì.

Nel 1892 si sposò in seconde nozze e ottenne il trasferimento al liceo B. Telesio di Cosenza, dove trascorse quasi tutto il resto della sua vita, ad eccezione di spostamenti in Italia e all'estero dovuti alla sua attività di conferenziere.

Il periodo a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento fu quello per lui più produttivo.

I suoi scritti ebbero molto successo tra gli italiani immigrati nelle Americhe.

Con l'avvento della prima guerra mondiale abbandonò l'insegnamento e si trasferì a San Fili.

Nel 1922 si trasferì a Roma per stare insieme ai figli.

Morì il 23 novembre del 1923.

Veniamo ora a parlare deii temi, dello stile, del linguaggio e della poetica di Nicola Misasi.  

Egli preferisce lo studio della realtà umana agli approfondimenti filosofici. In una prima fase la sua esperienza si colloca nell'ambito del Romanticismo.
Negli anni ottanta dell'Ottocento avviene un cambiamento improvviso nella sua poetica: egli  passa da un romanticismo, che ormai può essere definito "deteriore"  alla narrativa sociale.
I racconti di Misasi trovano ambientazioni in situazioni realistiche, ma talvolta anche allegoriche del Sud.
La protagonista dei racconti di Misasi è la Calabria, egli ci racconta della società calabrese dell'epoca, delle sue credenze, usanze, dei suoi riti e delle sue feste, rendendo le sue opere dei veri e propri documenti etnografici.
Nei suoi racconti viene ricordata spesso la figura del lupo, simbolo di forza e di ferocia, che domina sulle montagne silane, luogo dove si ambientano molte delle sue opere e che lui descrive con amore e accuratezza; il lupo viene rispettato da tutti gli altri animali,  uomo compreso.
Nelle sue opere troviamo anche dei motivi romantici, come riflessioni sull'aldilà e sull'amore che può vincere anche la morte. 
Abbondano storie fatali d'amore e di morte, atteggiamenti eroici, questioni di onore risolte con spargimenti di sangue,rapimenti e vendette.
Misasi descrive minuziosamente i suoi personaggi e i paesaggi che ospitano le vicende da lui narrate.
Egli dice che i fatti da lui raccontati non sono stati inventati, ma prende spunto da avvenimenti reali e nella conclusione di alcune novelle cerca di rivelare al lettore il modo in cui egli è arrivato a conoscenza del fatto narrat; questo rivela la componente veristica della sua poetica.
Lo scrittore crede che la tradizione sia l'anima del popolo.Misasi usa alcuni vocaboli in dialetto calabrese per rendere più vivace e realistica la narrazione.

FRANCESCA CANESTRINO, I B EU