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CONSIGLI DI LETTURA DAL GRUPPO LIBER-I

solitudine

La solitudine dei numeri primi è un libro come pochi, una storia tormentata che  fa breccia facilmente nei cuori dei lettori. Dopotutto, chi, leggendo delle sventure altrui, non si sente un po’ meno solo?

Forse è proprio questo che Paolo Giordano ha voluto trasmettere attraverso questo libro: un’unica, grande cappa di tristezza nella quale tutti siamo passati almeno una volta nella vita. E sempre in quella cappa di dolore abbiamo trovato, magari, il motivo per uscirne. Questo forse sembra un ossimoro: come si fa a trovare un legame in qualcosa – la solitudine – che, per definizione, divide? Alice e Mattia, i protagonisti del libro, ci sono riusciti. O meglio, sembrano riuscirci, eppure alla fine tutto si rivela vano. Perché questo romanzo non può che essere un grande eppure, un eppure a ogni singolo episodio della vita dei due protagonisti.

Alice potrebbe vivere come una ragazzina normale, eppure è zoppa. Mattia potrebbe riuscire a superare il passato, eppure il ricordo della sorella continua a tormentarlo. Alice e Mattia potrebbero riuscire ad amare, eppure c’è sempre qualcosa che li trattiene, come un’ancora che impedisce loro di venire a galla.

Per Mattia è come se l’aver abbandonato la sorellina, e dunque averle precluso una vita felice, gli impedisse di vivere. Autolesionista, si impone il dolore fisico per soffrire, ma anche un dolore interiore, impedendo a sé stesso di vivere la propria vita. Al contrario, per Alice pare che la gabbia in cui il padre l’aveva rinchiusa da bambina, soffocandola con le sue aspettative, continui a soffocarla anche da grande. Nell’adolescenza, ad un certo punto, sembra anche che tutto si possa aggiustare: compare un sentimento dolce, che fa dire ai lettori: “Ecco, forse, forse c'è ancora una speranza”. Ma è proprio la speranza tradita che diventa ancora più brutale quando si scopre essere vana.

Questo non è un libro da leggere come semplice passatempo, ma è un libro da assaporare e fare proprio, riflettendo su quelle che paiono semplici disavventure. In fondo, la metafora che dà titolo al libro non potrebbe essere più vera… Mattia e Alice sono due numeri primi gemelli: i due ragazzi, nella scala dei numeri primi, sono vicini, ma mai abbastanza; c'è sempre un ostacolo tra di loro, un ostacolo della scala dei numeri naturali. Ciò dimostra che, nella loro solitudine, hanno qualcosa in comune, un qualcosa che svanisce non appena viene a contatto con il mondo normale.

SOFIA PERROTTA, classe I A

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