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PICCOLA INDAGINE INTORNO ALLA LETTERATURA...

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All'interno della storia degli uomini la letteratura ha avuto funzioni più o meno importanti. Sebbene inizialmente il libro fosse un lusso per pochi, pian piano il pubblico di lettori si è esteso. Così come nel tempo è mutato il pubblico dei fruitori, allo stesso modo è cambiata la materia prima, è cambiata la funzione della letteratura, la lingua e lo stile in cui viene composta.

Ecco, la finalità della letteratura al giorno d'oggi non è ben chiara. Anche l'uso, forse improprio, che faccio del termine "letteratura" può creare delle ambiguità. Per "letteratura" intendo, in senso molto generale, sia la tradizione letteraria pervenutaci dalle epoche passate, che la narrativa contemporanea. Nella nostra epoca, così moderna, così intrisa di tecnologica, la letteratura sembra passare in secondo piano. Studiando le epoche più antiche mi viene quasi da dire che ci troviamo in profonda crisi culturale, e mi sono chiesto, anzi ho chiesto a docenti, studenti e persone competenti nel campo letterario se fosse veramente così.

Voglio porre a voi lettori gli stessi interrogativi: ha ancora senso parlare di letteratura nella nostra società attuale? L'interesse per la cultura, e in particolare per quella letteraria, sta realmente calando? Non sono questioni che normalmente ci si pone e questo è stato proprio il motivo per cui molti, soprattutto studenti che magari hanno interessi ben lontani dalla letterautra, mi hanno fatto notare la difficoltà che si impiega nel rispondere. Alcuni pareri potevano essere prevedibili, visti i ruoli di alcuni interlocutori, ma nonostante la loro prevedibilità erano allo stesso tempo sorprendenti.

Ho, ad esempio, interpellato due docenti di Latino, Greco e Italiano e non potevo certo aspettarmi che mi dicessero: "La letteratura non serve a nulla", ma dicendomi quel che prevedevo mi dicessero fuori dal contesto scolastico, fuori da quella modalità cattedratica di spiegazione-interrogazione, hanno dato un volto nuovo alla letteratura. Voi sareste capaci di appassionarvi a quell'Alighieri e a quel Leopardi, sempre opprimenti e oggetto delle verifiche più impegnative? Certo, per amare la letteratura occorre un tendenza naturale, una predisposizione e una sensibilità d'animo molto acuta, ma se venisse proposta in maniera più libera, fuori dal contesto della valutazione, scommetto sarebbe più ampio il gruppo di appassionati. È stato importante sentirsi dire da docenti che la letteratura serve "a nutrire lo spirito, a combattere la semplificazione, la banalità, il conformismo e il consumismo"; o ancora "sulla base dell'esortazione di Seneca, la conoscenza, lo studio, la lettura degli autori del passato sono necessari per vivere pienamente tutto il proprio tempo. Solo coloro che si dedicano all'acquisto della sapienza vivono."

Da persone competenti del settore, invece, mi interessava sapere come mai il pubblico dei lettori fosse sempre una minoranza e da cosa si sentisse maggiormente attratto. Chi meglio di una libraia, che i libri non li vende solamente ma li custodisce dentro di sé, avrebbe potuto rispondermi? "Le modalità di approccio al sapere si sono modificate col tempo in maniera radicale. Se prima un libro era indispensabile per l'accesso a una informazione, adesso non è più così. Le informazioni viaggiano su supporti diversi dal libro, ma l'attendibilità della stessa e il suo sviluppo logico restano appannaggio della carta stampata." Tuttavia, mentre il pubblico dei lettori cala, "l'impulso creativo resta intatto"; possiamo dire che "ci sono più scrittori che lettori".  

A questo punto manca il punto di vista più rischioso, le opinioni di coloro che pensavo neanche volessero rispondermi: gli studenti, di cui io stesso faccio parte, e proporre quesiti di questo genere a miei coetanei non è stato facilissimo.   Questo sondaggio, certo, non può essere considerato come una vera e propria indagine, essendo molto limitato il numero degli intervistati, ma vale la pena dare un minimo di importanza a quanto sto per dire.

In un gruppo di studenti (non tutti frequentanti lo stesso indirizzo di studi ma di licei, istituti tecnici e professionali), neodiplomati , studenti universitari ed ex-studenti, con mia grande, e stavolta non prevedibile, sorpresa, non c'è stato nessuno che abbia detto "la lettaratura non mi piace assolutamente e non ha nessuna applicazione utile". Naturalmente nessuno di loro diceva di essere così appassionato, anzi dicevano di avere interessi ben lontani dalla letteratura e di non essere lettori abituali, eppure tutti hanno concordato sul fatto che la letteratura fosse "arricchimento, formazione, base necessaria per la modernità, esempio di civiltà, consolazione, svago, stimolo di riflessione".  Alla domanda "Cosa preferisci fare invece di leggere un libro?" tutti erano consapevoli di quanto la tecnologia ci attragga e ci distragga. Ma questa ammissione fatta con il tono di chi sa di essere dipendente dalla tecnologia e di perdere tempo nel fare lo scrolling dei post sui social fa ricredere sulle nuove generazioni. Il fatto di riconoscere che non viviamo al meglio la nostra vita perchè siamo succubi di un dispositivo elettronico, il fatto che studenti di liceo classico difendano quelle "lingue morte", che molti di essi le ritengano vive, che studenti che non hanno studiato e approfondito la letteratura come avrebbero voluto ne intraprendano uno studio autonomo o che semplicemente vi si interessino, fa sperare che non tutto è perduto. Anche questa piccola parte di gioventù sarà capace di invertire il corso del mondo.

 

ALESSANDRO POSTERARO, Classe V D