testata grande2

RICORDARE GLI ORRORI DELLA SHOAH

ef310d875f91869ab0773539b87633f8 L

Il 14 giugno 1940 arrivò ad Auschwitz il primo prigioniero polacco. Quali colpe aveva quell’uomo per meritare un destino così tanto brutale?

La soluzione finale, ad opera dei nazisti, portò alla morte milioni di uomini innocenti, divise per sempre intere famiglie al loro arrivo nei campi di concentramento, e quella fu spesso l’ultima possibilità di vedersi.

Strappò figli dalle braccia dei propri genitori per portarli nelle camere a gas, dove, dopo sarebbero stati brutalmente eliminati. 6.000.000 di ebrei persero la vita perché considerati dai nazisti una minaccia per la razza ariana, la razza pura; 250.000 Rom e Sinti morirono perché visti come “la piaga degli zingari”, razza inferiore con abitudini criminali. Altrettanti furono i tedeschi con disabilità fisiche e mentali uccisi perché, secondo i nazisti, erano “persone difettose”, “bocche inutili da sfamare". 33.000.000 di sovietici invece persero la vita perché i nazisti credevano facessero parte della “minaccia giudeo-bolscevica”. Molti altri gruppi come gli oppositori politici e gli omosessuali furono vittime di questa follia disumana.

È importante sottolineare che quei numeri furono persone, uomini donne e bambini che non ebbero la possibilità di scegliere tra la vita e la morte, perché qualcun altro aveva già tracciato il loro destino crudele e pieno di sofferenza. Costretti ai lavori forzati, sottoposti a violenze e sperimentazioni come cavie da laboratorio, le vittime della Shoah vivevano una vita della quale non erano più padroni.

Il 27 gennaio 1945 gli uomini rinchiusi nei campi dì concentramento videro la 60esima armata dei sovietici abbattere i cancelli di Auschwitz. Questo momento rappresentò per i sopravvissuti una seconda possibilità, un tentativo di rinascita. Negli anni successivi molti dei superstiti trovarono il coraggio per testimoniare, lasciando alle generazioni future pagine intrise di dolore e disperazione per quanto subìto. Oggi 27 gennaio, grazie alla legge 211 del 20 luglio 2000, che ha dichiarato questa data come Giornata della memoria, ricorre un'occasione importante non solo per ricordare le vittime della soluzione finale, ma per riflettere su una storia che riguarda tutti molto da vicino. Ogni uomo dovrebbe trarre insegnamento da questa tragedia, affinché non si ripetano gli orrori commessi in nome di una superiorità razziale che non ha motivo di esistere.

Marianna Crocco, 2B Eur

Utilizzo dei cookie

Questo sito utilizza cookie di tipo tecnico, per cui le informazioni raccolte non saranno utilizzate per finalità commerciali nè comunicate a terze parti.
Potrebbero essere presenti collegamenti esterni (esempio social, youtube, maps) per le cui policy si rimanda ai portali collegati, in quanto tali cookie non vengono trattati da questo sito.