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Cara scuola,

è da molto tempo che non mi trovo davanti al tuo cancello piuttosto imponente dinanzi al quale sorridevo ogni mattina, dopo un breve sospiro di sollievo, mentre ne varcavo la soglia con la speranza che la giornata non sarebbe stata troppo impegnativa. 

 

So che anche per te non è semplice e che ti manca avere i corridoi pervasi dal chiasso provocato dalla felicità di chi aveva superato una prova con successo o di chi, più fortunato, stava addirittura per incontrare la sua dolce metà durante la ricreazione; ti mancano probabilmente le lacrime di chi è reduce da un piccolo fallimento, o ancora la corsa frettolosa di studenti affamati verso il bar  pronti a riempire lo stomaco con del cibo squisito appena sfornato. 

Capisco che ti manchi il forte suono della campanella che lasciava spazio a un assordante silenzio rotto da qualche porta che si chiudeva, dal rimbombo di qualche risata rumorosa o dai passi veloci di chi affannato, cercando di non tardare troppo, dopo tanti scalini stava per raggiungere finalmente la propria classe.

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Immagino ti manchi anche che qualcuno scriva sulle lavagne delle tue aule impregnandosi le dita di gesso o sulle LIM cercando di capirne i meccanismi. 

Ti mancheranno le lezioni lunghe e infinite in cui ci si annoiava o quelle dinamiche di cui non ci si  stanca mai, ti mancherà qualcuno che tenga calde le sedie ormai vuote da troppo tempo, ti mancherà la tensione per i compiti percepibile da chiunque, le nostre voci tremanti o sicure durante una prova orale o perfino le chiacchierate infinite. 

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Anche a noi studenti, un po' tuoi figli, manca tutto questo.

Cara scuola, non essere triste, non è colpa tua se siamo distanti.

Come tu ci hai insegnato, dobbiamo sforzarci a costruire una solida base di positività, coraggio e buona volontà, in situazioni avverse come quella che stiamo vivendo, che ci aiuti a superare gli ostacoli che ci vengono posti davanti nel corso della vita.

Per nessuno è piacevole trascorrere le proprie giornate davanti ad un computer quando potremmo vivere la gioia di guardarci negli occhi. Niente potrà mai essere appagante quanto il contatto umano e le emozioni che genera, ma forse proprio adesso dobbiamo mettere in atto ciò che abbiamo appreso da te durante gli anni usando la debolezza come punto di forza da cui partire. Dobbiamo imparare ad apprezzare di più ciò che abbiamo, pensare che c'è chi la vive peggio, che siamo fortunati, in fin dei conti, a poter continuare i nostri studi, a sentire spesso i nostri amici, a vivere sotto un tetto che ci garantisca un pasto caldo.

So che probabilmente vorresti, più di noi, averci con te, ma se ciò non è ancora possibile è forse per il nostro bene: come sarebbe tornare da te respirando per troppe ore consecutive la stessa aria  senza poterci neanche alzare dal proprio posto per fare una passeggiata per i tuoi amati corridoi? 

Come sarebbe non poter ridere e chiacchierare sussurrandosi nell'orecchio un pettegolezzo o suggerirsi durante una verifica? Come sarebbe non poter comprendere perfettamente la spiegazione del docente e vedere la sua completa espressione del viso? Come sarebbe sentirsi frustrati e leggesserlo negli occhi, l'unico canale attraverso cui cominucare? Come sarebbe vivere nell'ansia più totale quando si va in bagno poiché, per quanto l'alcol possa ridurre i germi, non li elimina mai completamente? Come sarebbe essere per metà classe in un'aula e stare a distanza di un metro? Probabilmente sarebbe anche bello per certi versi, ma molto triste per altri.

Questo mostro invisibile ha cambiato la vita di molti e, allora, perché correre il rischio di far stare male anche altri quando potremmo avere un altro po' di pazienza?

So che fa male dirlo e sentirselo dire ma, cara scuola, sappi che noi, anche se non ci vedi, ti pensiamo sempre portandoti nel cuore. Sei nella nostra vita e nelle nostre stanze tutti i giorni, non ti abbiamo abbandonata neanche un istante.

E finché sarà così, nulla potrà mai separarci realmente perché, fin quando si ha voglia d'imparare, seppur da casa e attraverso un dispositivo, nulla potrà impedircelo. 

Torneremo, riavremo ciò che meritiamo e sarà bellissimo. Te lo prometto.

                                                                                                                                 LAVINIA TATU, V E