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"Ho la paura della perdita della democrazia, perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui."

Liliana Segre

 

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Il fatto che in un paese come il nostro, che si professa avanzato e tollerante, si giunga a muovere pesanti insulti antisemiti nei confronti di Liliana Segre,

che ancor prima che senatrice, è una donna italiana novantenne, superstite dell’Olocausto e testimone attiva della Shoah, è il segno di un grave impoverimento, che non riguarda solo l'aspetto economico/politico, ma investe questa volta anche il piano culturale della nazione. Come qualche ministro ha già suggerito, non resterebbe che investire sull’istruzione. E tuttavia pare che fra i denigratori più attivi della Segre ci sia proprio un docente di storia di una università del centro-sud,  che ha pubblicato anche diversi tweet neofascisti, alimentando aggressive polemiche anti-ebraiche. Trovo indecente che nel XXI secolo a un docente che inciti in maniera esplicita alla violenza sia ancora permesso di tenere lezione

 

È comprensibile che non sia sempre facile fare i conti con una realtà  non propria, con un passato che non si è mai vissuto in prima persona. Tuttavia, proprio alla luce di questo, la figura della senatrice appare impagabile, dal momento che ha il potere di integrare i contenuti lacunosi di un libro con ingredienti quali le emozioni, gli stati d’animo, le speranze, nozioni possedute solo da chi è stato testimone diretto di quel contesto storico, che ha lasciato segni indelebili (letteralmente) nella vita delle persone che ne hanno fatto esperienza diretta.

Ma per quanto si tenti di tramandare, qualcosa di essenziale si smarrisce comunque. Nonostante gli sforzi per nondimenticare, c’è ancora chi come il sindaco di Predappio, città della Romagna, cerca di ostruire la memoria, negando i fondi per finanziare il viaggio di alcuni giovani studenti ad Auschwitz. 

È proprio il caso di dire che bisognerebbe tornare a forme più efficace di Resistenza.

ELISABETTA TURANO, Classe IV A Cambridge

 

 

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